Le lingue e i sistemi filosofici.
L’approccio architettonico all’ambiente, che sceglie l’armonia con la natura e quindi una progettazione della città a misura d’uomo, l’abbellimento e la cura della campagna.
L’aspirazione alla Bellezza come tratto distintivo dell’umano.
Il riconoscimento delle leggi naturali su cui si strutturano i singoli e i gruppi.
L’invenzione del Diritto, la stesura dei codici, basi viventi degli attuali sistemi legislativi. E poi l’arte come spinta metafisica, e la musica nella sua sacralità e il senso della vita – non per perdersi come ubriachi, in cerca del mero godimento -.
L’individuo che si riconosce nella comunità e non la comunità che si sgretola sui vizi e sulle vanità dell’individuo.
La matematica, la fisica, la geometria e le scienze animati da doveri etici, che non si oppongono al mistero, anzi lo nutrono.
L’agricoltura e l’allevamento, con i loro riti che strutturano un tempo comune della quotidianità.
Il fascino per il viaggio e l’esplorazione, la storia e la storiografia, i sistemi di conservazione dei saperi e la strutturazione di spazi perché siano tramandati.
L’essere popoli vivi, nella linea della discendenza.
Insomma, le basi senza cui la comunità non esiste, senza cui la Città non esiste e senza cui – possiamo dirlo?- la Civiltà non esiste. Queste basi, oggi, in Europa, sono le radici greco-romane con cui la nostra Civiltà è iniziata.
Esaltate al massimo, nella cultura italiana.
A meno di non delegare i processi di costruzione di identità all’alto, a sovra-entità artificiali, come il datore di lavoro – multinazionale, sistema finanziario -, l’erogatore del mutuo – banche, assicurazioni –, l’oggettistica – abiti, macchine, vacanze -.
IMMAGINE
Reggia di Caserta, Veduta. Foto free use