Ho letto con piacere su Media Emporia
il pezzo di Roberta Fidanzia sul Il Padrone del Mondo, di George Benson.
Questo romanzo era uno dei libri preferiti e consigliati da don Lugi Giussani, teologo, docente, educatore, di cui è in corso la causa di beatificazione.
Ma viene spesso suggerito anche da Papa Francesco, che in una sua omelia alla Casa Santa Marta lo ha definito “un antidoto al progressismo adolescenziale e alla globalizzazione dell’uniformità egemonica caratterizzata dal pensiero unico”.
Il romanzo è stato ben descritto anche da Giuseppe Frangi sulla rivista mensile Vita: “Un grande libro contro l’omologazione, contro l’uniformità; un libro contro il totalitarismo delle mode e per la libertà di coscienza e di esperienza degli uomini. Pasolini lo avrebbe certamente amato”.
Il padrone del mondo
Quel Pasolini che molti anni dopo avrebbe scritto: “Profetizzo l’epoca in cui il nuovo potere utilizzerà le vostre parole libertarie per creare un nuovo potere omologato, per creare una nuova inquisizione, per creare un nuovo conformismo. E i suoi chierici saranno chierici di sinistra”.
Chierici che oggi, paradossalmente (o forse no?) sono schierati con i democratici americani, i cui vertici sono drammaticamente coinvolti nelle trame del Deep State (v. Epstein, Clinton et. etc.), e in tutto il mondo con i Transumanisti, gli adepti della Singolarità, i promotori delle teorie gender.
Quando ero più giovane e nel ’68 stavo traducendo il Diario di un guerrigliero (Jaca Book), vedevo i miei coetanei infiammarsi contro il potere delle multinazionali della guerra e del denaro.
Oggi li vedo schierati con i nuovi padroni del mondo, i GAFA (Google, Amazon, Facebook, Apple) nell’inseguire le magnifiche sorti e progressive dell’Intelligenza Artificiale, e i grandi Brand che in omaggio al pensiero unico, promuovono le teorie gender addirittura organizzando corsi per indottrinare sull’argomento i figli dei dipendenti.
Intelligenza artificiale tra utopia e distopia
Ai robot i processi, all’uomo le decisioni
Quei giovani che nel ’68 promuovevano l’immaginazione al potere, oggi si accodano ai potenti che promuovono l’esistenza di persone sessualmente neutre, senza identità, peculiarità né originalità.
Nuovi cittadini in balia delle loro piccole voglie, pasciuti di relativismo etico, sempre più ibridati con i robot e i computer, che illudendosi di essere moderni ubbidiscono a chi li controlla, li spia, dice loro chi imitare, cosa vedere, cosa leggere, cosa pensare, cosa comprare, che musica ascoltare, e, alla fine, anche chi votare.
Opporsi non è facile, ma almeno si può fare resistenza, come Davide contro Golia.
Questi e altri argomenti sono trattati nel mio nuovo saggio La sindrome del Criceto che uscirà a gennaio per I Tipi de La Vela, alla fine del quale verrà proposto il Manifesto dei GRU – Gruppi di resistenza umana.
L’obiettivo è creare un movimento d’opinione capace di promuovere un nuovo umanesimo che ridia all’uomo la dignità che sta perdendo.
È certamente ambizioso, ma il momento è davvero grave, e chi ha a cuore la sorte di figli, nipoti, e del proprio paese non se ne può più stare senza fare nulla.
IMMAGINE
La sindrome del criceto. Una malattia che blocca il Paese, una proposta per rimetterlo in moto, Alberto Contri, La Vela